Senza. Del dolore e dell’amore
«Senza non è solo un titolo. È una parola che si insinua nei giorni di chi resta. È la condizione dell’anima dopo una perdita che non si può spiegare, né misurare. Ma è anche un punto di partenza. Un modo per interrogarsi sul senso della cura, sul valore profondo della sanità pubblica, su cosa significhi davvero esserci per l’altro, quando la malattia mette tutto in discussione. E, soprattutto, è un modo per continuare a dare forma e sostanza all’amore, anche quando il corpo non c’è più. Perché l’amore vero non finisce. Cambia luogo. Si fa memoria. Si fa racconto.» (Dalla Prefazione di Deborah Maradini)