La fine non arriva mai
«“Vita”: anche questa è una parola che non serve lì dentro. E quello che non serve non lo usi, non è vero? Lì dentro è vietato usare la vita, capisce? E allora non la usi. Quello che non serve si butta, no? Che si tiene a fare? Occupa spazio, si prende un posto. E quello invece sì che serve. E costa. Costa tanto. Costa tutta una vita. Che strano, non è vero? Pagare per una vita che non serve. Perché di quelle vite, signor giudice, nessuno sa che farsene. Nessuno le vuole.»
Gengis Khan. Un’apoteosi drammatica
«…quella che mi piace chiamare specifica “testarda volontà del testo” – costituito esso testo proprio nella particolarità ossessa della sua forma (e così soltanto!) – di esprimere un probabilmente smagliatissimo ma caparbio tentativo d’arrampicarsi, attraverso i canaloni obbligati della letteratura, verso l’arduo e sempre ferocemente saponoso picco della poesia…»