«“Racconterò storie di donne” scrive l’autrice nella presentazione al suo libro. Gli uomini, quelli che per detto occuperebbero la prima metà del cielo, invece, dove sono? Di fatto non ci sono, se non in qualche accenno. Eppure, a ben vedere, i maschi ci sono. Sono effettivamente presenti sempre, aleggiano dietro ciascuno dei racconti. Sono l’alter ego con e contro il quale deve fare i conti ciascuna delle protagoniste, fino alla fine, sino alla metafora maschile che indica la vita nuova intrapresa insieme alla donna nuova che viene da lontano, figlia di un ossimoro, di un continente antico, attraverso un viaggio metaforico/reale su una barca in uno dei tanti mari che portano, che mettono alla prova e che fanno arrivare alla meta». (Dalla Prefazione di Giusi Sammartino)
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La terra di Gino
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La casa nella valle
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Maria Cantone
Il sole azzurro delle donne
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“Racconterò storie di donne” scrive l’autrice nella presentazione al suo libro. Gli uomini, quelli che per detto occuperebbero la prima metà del cielo, invece, dove sono? Di fatto non ci sono, se non in qualche accenno. Eppure, a ben vedere, i maschi ci sono. Sono effettivamente presenti sempre, aleggiano dietro ciascuno dei racconti.
COD:
978-88-9341-461-6
Categoria: Narrativa
Descrizione
Informazioni aggiuntive
Dimensioni | 12 × 17 cm |
---|---|
Autore | Maria Cantone |
Copertina |
Flessibile con alette |
Formato |
Cartaceo |
Numero di pagine |
108 |
Recensioni (3)
3 recensioni per Il sole azzurro delle donne
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About Maria Cantone
Maria Cantone, catanese di nascita, appassionata di Letteratura e Filosofia, ha fatto dello studio di quest'ultima disciplina la sua professione. Attualmente insegna in un Liceo di Catania. Pezzi di cielo è la sua prima opera non compilativa, un monologo interiore fatto di contenuti immaginari e ricordi figurati, dipinti con uno sguardo introspettivo.
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Aldo Falzone –
Ritratti di donne in questo nuovo lavoro di Maria Cantone, che ci riportano indietro nel tempo. Il tempo in cui le donne vivevano piegate dal dolore, dalla sofferenza, dalla privazione. Donne cui era negato perfino il diritto di avere sogni, ridotte come erano ad essere ombra di se stesse. Descrizioni taglienti che scavano dentro, rese ancora più taglienti dall’uso di un linguaggio che, per contrasto, si fa dolce, sinuoso, morbido, come a riscattare la miseria di quell’ universo. Descrizioni che, nella loro breve scarnificazione, valgono più di tutti i fiumi di parole che oggi cercano di ridare voce alle generazioni passate , e che vogliono urlare la miseria di allora. E’ qui il senso di questo bellissimo libro sulle donne: in questa sfida aperta contro se stesse perché le “donne” non abbiano ad appropriarsi dei vecchi modelli per riproporli al posto dell’ “uomo” o, comunque, al suo fianco, con le stesse modalità e con gli stessi mezzi. Una sfida, allora, che è volontà di ricerca di strade nuove, ma anche senso di smarrimento cui le donne non cedono, anche se piegate e stravolte. C’è una frase in una delle descrizioni che credo sintetizzi in modo doloroso questa condizione della donna che non vuole fermarsi : “Hai paura, adesso, nella solitudine di figlia, madre, sorella, di restare solo donna; vorresti qualcuno a indicarti la strada..speranza di un vissuto nuovo”. Una paura che in queste donne di Maria non diventa mai chiusura in se stesse, ma, al contrario, ricerca di nuovi orizzonti. Non da sole, ma insieme.
Aldo Falzone
Rosa Maria Lupica Candurra –
Sono entrata in libreria e, per caso, ho visto questo libro di Maria Cantone. L’ho subito comprato, incuriosita dal titolo che mi è sembrato contenere nel binomio “sole/azzurro” come una grossa provocazione ed una sfida aperta, visto che l”azzurro” è il colore che tradizionalmente viene associato alla nascita di un “maschio” e che qui viene riferito al sole come fonte di vita, quasi a significare che solo all’uomo può essere affidato il compito di provvedere al sostentamento e alla sopravvivenza della famiglia. Maria, però, con un vero colpo di mano, stravolge, già a partire dal titolo, questo primo piano di lettura, sottraendo il “sole azzurro” al dominio degli uomini per affidarlo alle donne. Così, saranno proprio le donne a raccontare gli squarci delle loro vite piegate nel chiuso delle pareti domestiche, lasciando vedere in trasparenza la vita che vorrebbero. Descrizioni a volte liriche, a volte dolorose, a volte graffianti, a volte struggenti, ma tutte segnate da una grande brevità che è già di per sé un segnale importante: vite vissute con gesti ripetitivi, concisi, sempre uguali nella loro estenuante quotidianità, non possono che essere raccontate con poche parole. Parole che, man mano che si procede nella lettura, diventano di volta in volta armi taglienti o teneri abbracci o colpi che scuotono o suoni del vecchio grammofono, ma sempre straordinariamente efficaci come vestiti che si adattano alle diverse circostanze. Ed è qui la straordinaria bellezza di questo libro: in questo bisogno sempre più pressante di dar voce al diritto che abbiamo di essere “altro” da quello che siamo state fin qui, alla ricerca di una “nuova” identità e di “nuovi” confini.
Rosa Maria Lupica Candurra
Antonella Catia Bombaci (proprietario verificato) –
Leggere questo libro é come precipitare nel vissuto emotivo di ciascun personaggio, attraversarlo per ritrovarsi immersi nella storia del personaggio successivo. L’autrice racconta di donne comuni, appartenenti a periodi storici e contesti sociali differenti. Donne comuni, ma non banali, perché la cura di alcuni dettagli e la descrizione di aspetti particolari rendono giustizia alla loro unicità. É come vivere tante vite, ritrovare delle peculiarità del nostro sentire nell’esperienza di ogni donna. Si é quasi sopraffatti dalla compartecipazione affettiva, tanto che inconsciamente vorremmo intervenire per mettere in guardia quelle donne, sostenerle, donare loro fiducia nelle proprie possibilità e speranza nel futuro. Forse durante la lettura non si ha la consapevolezza di voler infondere, al contempo e allo stesso modo, gli stessi sentimenti a noi stesse. É un’analisi preziosa in cui Maria Cantone mirabilmente ci guida, con la delicatezza, il rispetto e la sensibilità che la contraddistinguono, frutto anche di una capacità di introspezione non comune, che non genera chiusura, al contrario, si offre senza schermature ai suoi interlocutori.
Antonella Catia Bombaci