Salvo Salerno rilegge il mito e lo restituisce modernissimo. Dei ed Eroi sono ancor tra noi. Non sempre ce ne accorgiamo. Siamo distratti e trascuriamo di comprendere la natura delle cose. è il rapporto di antecedenza e conseguenza, il processo naturale, ciò che apre la possibilità all’arte di imitarla. Sebbene la coincidenza di forma e finalità sia, nella natura, un elemento più evidente e immediato, questa identità non può nascondere che, al pari di quello artistico, anche il processo naturale non è unilineare e diretto, ma deve fare i conti con la necessità e piegarla alla sua intenzione, trasformandola così in necessità ipotetica. La materia pone alla natura vincoli, asperità che possono distrarla dal suo fine. Il passato assoluto secondo la terminologia di Goethe e di Schiller è l’oggetto dell’epopea descritta da Salvo Salerno in questa sua opera originale e complessa. Non facile, ma sorprendentemente avvincente. Il presente nella sua incompiutezza, come punto di partenza e centro di orientamento artistico e ideologico, è un grandioso sconvolgimento nella coscienza creativa dell’uomo. Bisogna riannodare i fili del tempo in un’esegesi critica dei punti di partenza per ridare senso al divenire. È forse la preponderanza dell’elemento epico una necessaria supplenza alla crisi del momento soggettivo consapevole nella nostra era? Salerno ci conduce, attraverso una complessa ma piacevole lettura, tra sogni e miti della nostra civiltà. (Luigi Amato, docente di Estetica, Accademia di Belle Arti di Palermo)
Salvo Salerno, siracusano, è avvocato e dirigente della Regione Siciliana. Professionalmente si è occupato di tutela dei beni ambientali e del patrimonio culturale. Ha pubblicato in materia di diritto degli Enti Locali e dei Beni Culturali. Cultore di storia e letteratura antica, è attivo nella sua città, nelle associazioni di tutela dei beni storico-culturali e ambientali, oltre che in circoli letterari. Per i nostri tipi ha già pubblicato il romanzo Era solo il mio nome (2017).
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