«Burgaretta, traduttore impeccabile sia nel rendere la lettera di quel testo sia nell’arte, non meno difficile e rischiosa, dell’offrire il senso e il sapore dell’originale ma con lettera diversa, ottimamente appropriata come non poteva non essere per un figlio della stessa società e cultura rurali mediterranee di Federico García Lorca, separate esclusivamente dalla distanza. Il lettore ha così un anticipo immediato, seppur succinto, di quanto calzante sia stata l’iniziativa di tradurre in un siciliano autentico e duro lo spagnolo di un’opera che mette in scena quel che abbiamo sentito o anche visto accadere, e non tanto di rado, in più di una casa dei nostri paesi fino a non molte decine di anni fa; quel che in tempi andati abbiamo raccontato e commentato in piazza, al circolo, al caffè, o ci è stato raccontato, usando il medesimo linguaggio che fu nostro e che era dei nostri padri, zii, nonne, donne di casa, ad Avola o a Fuente Vaqueros fa lo stesso» (Giuseppe Di Stefano).
Booktrailer
Federico García Lorca nacque nel 1898 a Fuente Vaqueros, nei pressi di Granada, e lì vicino, nel vallone di Viznar, morì nel 1936 fucilato dai falangisti all’inizio della guerra civile franchista. Tra i più grandi poeti del Novecento, Lorca fu anche drammaturgo. Con la sua compagnia viaggiante La Barraca portò il teatro presso le classi popolari della Spagna del suo tempo.
Sebastiano Burgaretta è nato ad Avola nel 1946. Studioso di tradizioni popolari, poeta e narratore, ha pubblicato numerosi scritti in volumi e saggi. Spazia, con i suoi interessi culturali, tra poesia e saggistica varia in campo etnoantropologico, letterario, religioso e artistico. Ha tradotto in siciliano il Simposio di Platone con il titolo di Cummitu (2007), Voci di famiglia di Harold Pinter, inedito. Dallo spagnolo all’italiano ha tradotto le raccolte poetiche I piedi del messaggero di José Félix Olalla (2012), Kaligrafía y gracia di Juan Miguel Domínguez Prieto (2015).
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