Michele Greco è uno scrittore e vive a Busseto, in Emilia Romagna. Il caso, o forse il cuore, ha voluto che stesse in un luogo che gli ricorda i profumi e la gente della sua terra, la Calabria. L’unica cosa che non può ascoltare sono i suoni dell’arbereshe, l’antico idioma albanese parlato dalle sue parti, e così spesso fa ritorno nel paese natio. In uno dei suoi soggiorni, Michele si accorge piacevolmente che il rapporto col padre si sta evolvendo. Parlano per ore e Giovanni Greco gli racconta la sua vita. Ha un passato di emigrazione al Nord e in Germania, con duri sacrifici e rinunce alle spalle, ma ha sempre mantenuto viva una passione: la musica lirica. Michele noterà soprattutto l’amore del padre con la sua terra, con l’aria e con un albero, un enorme ulivo. Un fusto secolare che sul tronco porta un disegno unico: il viso di uomo. Forse il riflesso della stessa anima di Giovanni, ormai in fin di vita.
Domenico Gullo è nato in un paese arbereshe della Calabria, ambienta le sue storie nella realtà dei paesi di minoranza linguistica, con temi incentrati sulle tradizioni culturali, sull’emigrazione, sulla memoria. Con molta umiltà cerca di far conoscere una realtà che uno scrittore come Carmine Abate, anch’egli arbereshe, ha portato all’attenzione del grande pubblico. Vive ad Amburgo. Ha già pubblicato La vecchia Legnano (2010) e Angelo Loforese. Il tenore con la valigia pronta sotto il letto (2013).
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