La regina rinuncia a incontrare la figlia, vivendo poi la sua vita solitaria, chiusa, schiva, anche diffidente, eppure tesa con ardente speranza al contatto con gli altri, nostalgica con struggente trasporto. Isolata nei rapporti, eppure capace di cedere a un confidente abbandono in un mondo libero e solare. Una sensibile coscienza della realtà spinge l’autore a scoprire e scandagliare l’animo umano e le sue verità profonde, contro le quali si infrange la realtà del quotidiano. Sono racconti coinvolgenti. La mente va a pagine della commedia umana di balzacchiana memoria. I personaggi, stupefatti, impulsivi, primitivi, sono costretti da una forza superiore alla ragione, all’agire. In questi ritratti, e nelle avventure amare e pungenti di alcuni di loro, si avverte la sofferta denuncia e la disincantata analisi dell’Italia degli ultimi anni, nei suoi lati oscuri e luminosi.
Angelo Vecchio nasce a Santa Venerina nel 1955 e studia architettura con Franco Marescotti a Catania, dove si laurea nel 1980 in Ingegneria Civile, Architettura e Pianificazione. Nel 1996, a Reggio Calabria, consegue la laurea in Architettura. Nel 1980 fonda SCAU – Studio Consociato di Architettura e Urbanistica. La sua opera è documentata sulle più importanti riviste italiane ed estere. Ha pubblicato i volumi SCAU Studio (2010), I giardini che non c’erano (2012) e Peppino tornava… (2015).
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