Il titolo parrebbe quasi un ossimoro, ma quella virgola cambia tutto il senso. Personaggi e animali s’incontrano, dialogano, diventano attori di una scena simbolica più grande. Il teatro che è rito e simbolo ha bisogno di questo chiaroscuro sapienziale. Luce, dell’ombra, un genere che sconfina e intende visitare lo spazio del mito e della sapienza ermetica. Figure che sono testimonianze di un antico mondo perduto, archetipi permanenti nell’immaginario di sempre, presenze misteriose e alchemiche che nascono non dal sogno o da rêveries, ma dalla necessità di dare voce e anima a personaggi che si muovono nella poetica dell’autrice. Fiabe o racconti, prose sapienziali e dialoghi a più voci, in uno spazio sospeso che solo il teatro restituisce, si alternano e si avvicendano.
Stefania Roncari, milanese, scrittrice e traduttrice dal francese, ha pubblicato una plaquette Movimento in quiete (2009). Sue traduzioni di autori francesi (Yves Bonnefoy, Max Loreau, André du Bouchet, Bernard Nöel, Pascal Quignard, Philippe Labarthe, Catherine Pozzi, Jacqueline Risset, Jean Paulhan, Gerard de Nerval, Gilles Deleuze) compaiono online. Diplomata in Arte drammatica presso la scuola Paolo Grassi di Milano, ha seguito stage con diversi autori e registi. Luce, dell’ombra è la sua seconda pubblicazione.
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