Il romanzo si svolge dalla fine degli anni Settanta del XX secolo a oggi e racconta una storia di due ragazzi siciliani che, dopo la fuitina, emigrano da un piccolo borgo dei Monti Peloritani a Roma in cerca di lavoro. Lui è un ragioniere, un ragazzo studioso e onesto, timido e introverso. Lei è una ragazza vivace e allegra che lo aiuta e lo sostiene in tutte le sue vicende. Vengono a contatto con la corruzione del mondo politico in cui si trovano involontariamente coinvolti, sentendosi profondamente estranei e sognando di ritornare al loro borgo. Riescono a superare crisi e difficoltà e a far studiare in scuole romane prestigiose la figlia che però non prova alcun senso di appartenenza ai luoghi di origine dei genitori. I due ritorneranno in Sicilia soli, con una mentalità rinnovata, nel loro borgo sempre più abbandonato. Contribuiranno alla sua rinascita.
Il romanzo è scritto in un linguaggio ibrido: alterna una voce narrante in italiano e dialoghi, pensieri, indiretti liberi dei personaggi siciliani in un dialetto molto facilitato per permettere a tutti una lettura scorrevole.
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