Un bambino, appassionato di fumetti e film, crescendo comincia a scrivere una storia vestita di nero che, lentamente, si colora di tinte gialle e si incanala in una dimensione quasi surreale. Il protagonista, un poliziotto dal carattere rigido e spigoloso, improvvisamente viene catapultato in una aggrovigliata vicenda dove il delitto, nella malinconia barocca di una Catania al crepuscolo degli anni Cinquanta, diventa anche il pretesto per ricordare il vissuto degli usi e costumi di quel tempo, sottolineati da un incontenibile florilegio di modi di dire, proverbi e detti popolari. “A vivere sempre nel passato s’invecchia prima e a vivere solo nel futuro non si cresce mai”, si legge tra le pagine del romanzo e lo scrittore, con molta semplicità, suggerisce di vivere bene il presente, affidandosi anche al valore simbolico della memoria collettiva, con l’umiltà necessaria per affrontare l’avanzante culto della modernità.
Vincenzo Filippo Bumbica è nato a Catania nel 1947. Infanzia, vocazione e prime esperienze si sono susseguite alla scoperta delle sue passioni giovanili, cinema e sport, alle quali ha aggiunto, da studente universitario, quella della scrittura. Collaboratore esterno del quotidiano “Espresso Sera”, ha raccontato i luoghi, le gesta e i personaggi del tennis catanese degli anni Ottanta. Per i nostri tipi ha pubblicato Cortili (2016).
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