Impensabile conseguenza positiva di una pandemia: il Covid-19 contribuisce a far riemergere da un oblio plurisecolare e restituisce a Siracusa, sua città natale, un simpatico senatore e poeta tardoantico misconosciuto, Iunio Naucellio.
Aspetterò la luna, / perché certamente è stellato / tutto ciò che ti devo, / nell’ultimo giorno / resterò nella tua grazia, / e domani / sarà ancora più bello.
Passi a piedi, passi a memoria tra le maschere e le icone d’una città smodata, nel suo cuore di prorompente vitalità che riversa arguzie e malumori, disinganno e dileggio, candore e ferocia, ostinate inerzie e gaia anarchia.
«Si rannicchiò nella sua abituale posizione fetale, la sua preferita, e si addormentò. Anna lo abbracciò, lo strinse a sé e si addormentò pure lei. Dormirono abbracciati, così come facevano ogni notte».
“E ora sono qui, a battere i tasti di un’ormai vecchia macchina da scrivere nel tentativo di dare un senso alle emozioni che mi stanno riempiendo le giornate. Ti ringrazio di esistere”.
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