Il tassidermista di pappagalli
Democrazia e fascismo: Annali di Acireale 1900-1940. Studio sul pensiero politico
Primo Novecento, con l’età dorata nord-americana e la belle époque europea, è solo una rappresentazione immaginifica e fantasiosa, un Eden prossimo a scomparire con la Grande Guerra. Ad Acireale, il barone Giuseppe Pennisi di Santa Margherita, che vince la sua battaglia elettorale del 1913 e approda da deputato al Parlamento del Regno, celebra l’«apogeo» della classe aristocratica.
Gengis Khan. Un’apoteosi drammatica
«…quella che mi piace chiamare specifica “testarda volontà del testo” – costituito esso testo proprio nella particolarità ossessa della sua forma (e così soltanto!) – di esprimere un probabilmente smagliatissimo ma caparbio tentativo d’arrampicarsi, attraverso i canaloni obbligati della letteratura, verso l’arduo e sempre ferocemente saponoso picco della poesia…»
Sogni dal futuro
L’ultima partita. Giorgio vs Cancro: la sconfitta di un Gigante
«…Crediamo che quella persona non ci sia più e invece è dappertutto, nella nostra memoria, nei luoghi che ha frequentato, nelle persone che ha conosciuto. Giorgio Fici non è più in un letto imprigionato da lacci invisibili, ma si trova in un campo di calcio pronto per quella rovesciata perfetta che lo ha reso libero…»
Nuda contro me. Una storia di vaginismo
«Il vaginismo non è una malattia come le altre: non si presenta con dei sintomi, non dà avvisaglie; e, soprattutto, non basta una medicina per mandarlo via da quel corpo che comanda. È subdolo e spietato, ti avvolge in modo impercettibile e graduale. All’inizio non ti accorgi nemmeno che si sta impossessando di te. Senza che tu te ne renda conto il tuo umore cambia, le tue certezze vacillano. Diventi timida, introversa. Ti senti sola. Ti convinci di essere l’unica donna al mondo a cui stia capitando e ti chiedi perché il destino abbia scelto di rendere proprio te sbagliata.»
Funamboli e bertucce. Tra il romantico e il grottesco di una Enna che fu
I piedi di mio padre e altri racconti
"Al contrario dei ritmi convulsi della città, il paese ti offre di vivere più lentamente, più profondamente, più dolcemente. Il paese non mente e non ti permette di mentire: è lo scotto che devi pagare in cambio del non rimanere mai solo. Il paese ti aspetta: anche quando lo lasci sa che un giorno o l’altro ritornerai. Il paese si prende cura del tuo passato, custodisce le memorie dei nonni e dei padri e, quando questi sono grandi artisti, il paese diventa uno scrigno prezioso e non muore mai". (Marinella Fiume)