«Gerbino è un poeta-filosofo, non privo di una sua speciale visionarietà, una visionarietà da matematico, e da uomo straordinariamente aperto al mondo, attratto da ogni sua possibile realtà o parvenza, nella consapevolezza, sempre capace di meraviglia, del nostro parziale e improprio sentire e comprendere, tra “lotta e scompiglio di materia”. Indaga realtà e dimensioni umane, naturalmente, le nostre, di esseri “così, transverberati, essiccati come l’orologio paterno / che portiamo al polso, toccati dalla sua vita, tracimiamo / con lentezza nel tempo del padre: noi concimi, noi staffette”. E tutto questo dentro il pesante “grugnito del mondo”. Ma il poeta ha i suoi numi tutelari, le grandi figure sulle cui spalle può ancora ergersi. Ecco allora che Aldo Gerbino introduce nel testo o trae spunto dalle loro opere, molti autori importanti nella sua articolazione di pensiero poetico: Filippo de Pisis, Walter Beniamin, Virginia Woolf, e altro ancora, come il cantastorie poeta Michele Abbatissa, il cronista piacentino duecentesco Gabriele De Mussis, arrivando a citare parole dal film Fuga da Alcatraz. Tutto questo gli permette di comporre un’opera intellettualmente quanto mai vitale ed esteticamente godibile, capace di esorcizzare la morte». (Dalla Prefazione di Maurizio Cucchi)
Aldo Gerbino (Milano 1947), morfologo, Ordinario di Istologia ed Embriologia nella Università di Palermo, critico. Tra le sue pubblicazioni di poesia: Il coleottero di Jünger (Novecento, 1995; Premio Marsa-Siklah); Ingannando l’attesa (Novecento, 1997; Premio Latina “il Tascabile”); Non farà rumore (Spirali, 1998); Gessi (Sciascia-Scheiwiller, 1999); Sull’asina, non sui cherubini (Spirali, 1999); Il nuotatore incerto (Sciascia, 2002); Attraversare il Gobi (Spirali, 2006); Il collettore di acari (Libroitaliano, 2008); Alla lettera erre in: Almanacco dello Specchio 2010-2011 (Mondadori, 2011). Di saggistica: La corruzione e l’ombra (Sciascia, 1990); Del sole della luna dello sguardo (Novecento, 1994); Presepi di Sicilia (Scheiwiller, 1998); L’Isola dipinta (Palombi, 1998; Premio Fregene); Sicilia, poesia dei mille anni (Sciascia, 2001); Benvenuto Cellini e Michail K. Anikushin (Spirali, 2006); Quei dolori ideali (Sciascia, 2014); Fiori gettati al fuoco (Plumelia, 2014); Cammei (Pungitopo, 2015). Altri manipoli poetici: Un pomeriggio gentile, Acque («Nuovi Argomenti», Mondadori 2003); Il lupo di Milano (con una incisione di Sandro Bracchitta, Edizioni dell’Angelo 2015). “Auto-antologie” in: «Bollettario» (2010) di Edoardo Sanguineti e Nadia Cavalera; «Poeti e Poesia» (2013) a cura di Elio Pecora. Redattore di «Gradiva», dirige l’almanacco interculturale «Plumelia».
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