«Le tre sezioni in cui si divide questo libro – “Stimmate”, “Rime sbavate”, “Manipolazioni”, sono tre ramificazioni di un unico rizoma – nell’accezione empedoclea di “radice” con il virtuale dinamismo che costituisce l’esser- radice. Quest’unico rizoma lirico è invisibile come sono invisibili le radici delle cose, come sono invisibili le radici degli alberi. Vedi le cose, vedi i mondi, ma non vedi da dove vengono, quale sia la loro scaturigine. E ancora una volta il nucleo lirico della Poesia di Cusa fa capolino qua e là, forse a tratti, come Allucinazione storica, come a rimodulare lo stile di un Ghiannis Ritsos, probabilmente il più geniale poeta neogreco del secolo XX». (Dalla Prefazione di Giuseppe P. Carbone)
Francesco Cusa, batterista, compositore, scrittore, nasce a Catania nel 1966. Intraprende lo studio del pianoforte, poi passa alla batteria. Si trasferisce a Bologna nel 1989, dove si laurea al Dams nel 1994. In quell’humus ha modo di collaborare con artisti provenienti da varie parti d’Italia e il suo percorso artistico lo porterà a suonare, negli anni, in Europa, America, Asia e Africa. Da sempre interessato all’interdisciplinarità artistica, è anche scrittore di racconti, romanzi e poesie e ha pubblicato diversi articoli di musicologia e di critica cinematografica presso molte riviste specializzate. Nel corso della sua carriera ha realizzato numerosi lavori di creazione e sonorizzazione di musiche per film, teatrali, letterari, di danza e arti visive.
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