Tre poeti fra i più grandi di tutto il Novecento, Seamus Heaney, Mario Luzi e Yves Bonnefoy, vengono affratellati da Roberto Mussapi, uno dei maggiori poeti italiani contemporanei, rispetto a due imprescindibili disposizioni dell’animo umano: compassione e mistero. Il soffrire insieme a chi soffre, la compassione; e il percepire lo spirito dove altri non vede che materia, il mistero. Mussapi, poeta religiosamente forte, in queste pagine, quasi magiche, entra nella grazia estetica e umana dei tre altissimi autori, scorgendo lo spasmo sacro di cui tremano i loro versi e infondendo alle proprie interpretazioni critiche l’impeto sovrastorico e avventuroso dell’epica, che da sempre costituisce la cifra inconfondibile della sua poesia. In controluce, ne scaturisce un profondo convincimento: che la bellezza sia devozione per il creato e che, unita alla verità, per la bellezza il canto dei poeti veleggi oltre qualsiasi tempesta. (Emilio Zucchi)
Roberto Mussapi, nato a Cuneo nel 1952, vive a Milano. Poeta e drammaturgo, è anche autore di saggi, di traduzioni da autori classici e contemporanei e di opere narrative. La sua opera poetica è stata raccolta nel volume Le poesie, prefazione di Wole Soyinka, saggio introduttivo di Yves Bonnefoy, a cura di Francesco Napoli (Ponte alle Grazie, 2014). Tra i volumi recenti di poesia, La piuma del Simorgh, Mondadori, 2016, Voci prima della scena. Monologhi in versi, La Collana, 2017. Nel teatro, Villon (Stampa edizioni, 2019). Tra le opere narrative Il sogno della Luna, Ponte alle Grazie, 2019. Per i nostri tipi ha pubblicato The conversation of voices, libro di traduzioni (2015). È editorialista e critico teatrale di “Avvenire”.
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