“Giammerghi di sita” era l’antico pecco col quale i catanesi venivano identificati nell’800. Esso faceva riferimento alla diffusissima moda di indossare giacche di seta che nelle altre città erano invece di cotone. Catania, in fatto di produttività serica, era tra le eccellenze e l’attribuzione di questo pecco non è affatto casuale. Restano, però, da analizzare altri fattori come le connotazioni identificative e il cambiamento dei costumi nel tempo. Nella maggior parte dei casi i pecchi erano di origine “ereditaria” e, spariti gli antichi mestieri, “Turi ’u carritteri” ha lasciato il posto a “Turi ’u camionista”. Persino nel mondo della prostituzione la mitica “Anna accupu” è stata sostituita da “Susa Rabayaskava”.
Booktrailer
Santo Privitera, nato a Catania nel 1959, è laureato in Filosofia e diplomato in Scienze del Servizio Sociale. Giornalista pubblicista, ha scritto per alcuni noti quotidiani e periodici catanesi tra i quali “Espresso Sera”, “Giornale Di Sicilia”, “Prospettive”, “Incontri”, “Giornale del Sud”. Attualmente collabora con “La Sicilia”. Per il teatro ha redatto alcuni testi ancora inediti e la pièce teatrale “Il Paradiso nell’anima”, messa in scena nel 2002. Come saggista ha esordito con La storia della canzone italiana dal ’900 a oggi (1978). Altre pubblicazioni: La maschera del tempo (1986), poesie in lingua italiana; Barriera-Canalicchio: Le storie (1993); San Nicolò l’Arena: Ultimo atto (1997); Il Libro di Sant’Agata (1998); Barriera-Canalicchio: Storia evoluzione e immagini di un quartiere (2001); Eupliu (2003), poemetto in dialetto siciliano; I Pecchi a Catania (2007); L’Assoluto meno ¼ (2009), poesie in lingua italiana; Musica e musicisti catanesi dall’800 al ’900 (2010). Studioso di storia patria e tradizioni popolari, nel 1987 ha fondato il Centro Culturale “V. Paternò-Tedeschi”. Per questo sodalizio ha curato alcune antologie poetiche e promosso una notevole serie di iniziative. è stato membro della Commissione toponomastica catanese. Conferenziere e organizzatore di eventi culturali, attualmente è direttore responsabile del periodico di storia, letteratura e antropologia “La Terrazza”.
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