L’italiano è la lingua straniera più diffusa in Italia. E in Sicilia? La più difficile! In passato sull’isola c’era una vera e propria riluttanza nei confronti dell’italiano, tanto è vero che la maggior parte delle opere letterarie veniva tradotta in lingua siciliana, come La Divina Commedia, I Promessi Sposi, numerose poesie e opere teatrali. Ai siciliani non capirsi risulta molto difficile e per tale motivo la lingua italiana, specie nei rapporti familiari e amichevoli, non viene per nulla usata, anche se nelle nuove generazioni si avverte un cambio di tendenza. Nella prima parte del volume troverete battute e modi di comunicare. Nella seconda, invece, scoprirete gli aspetti della comunicazione posturale, i paradossi legati a mestieri, professioni e caratteri, con nomi e cognomi reali, alcuni proverbi siciliani tramandati nei secoli e tradotti in latino maccheronico, per arrivare a veri e propri fenomeni patologici della comunicazione.
Giuseppe Firrincielinasce a Ibla nel 1948. Trasferitosi a Catania, all’età di vent’anni, già dipendente del Ministero della Difesa, svolge l’attività di giornalista e, nel 1984, si iscrive all’Ordine. Laureato in Giornalismo Scritto e Radiofonico all’Istituto Superiore di Giornalismo, presso l’Università di Palermo, e specializzato in Gestione Uffici Stampa e Pubbliche Relazioni, collabora con organi di Stampa. Preside della Facoltà di Sociologia e Scienze della Comunicazione, presso la Uni San Raffaele di Zugo (Svizzera), è libero docente di Tecniche della Comunicazione Pubblica e Marketing. Nel 1989 riceve il Premio “Difesa dell’Ambiente” da parte del “Fondo Siciliano per la Natura”, mentre nel 2016 il Premio “Livatino, Saetta, Costa” per la Cultura. Ha già pubblicato: Rivivendo viviamo (1987); Tecniche e Norme della Comunicazione Pubblica (2004); Noi Italiani e Voi Siciliani! (2009); Voglia di Sicilia (2012).
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