I grandi eventi che hanno traumaticamente segnato la fine del Secolo breve, e quindi condotto alla globalizzazione, hanno concorso alla definitiva perdita del senso delle parole guerra e pace. Così, ha avuto facile gioco chi ha voluto reinterpretarle in chiave ideologica allo scopo di spenderle nell’agone politico. In particolare, la parola pace è stata riconfigurata come valore-dogma liberal e progressista, e pertanto confiscata onde implementare il mainstream (rigidamente politically correct) imposto alle comatose democrazie occidentali. Su questa linea, tali parole sono state caricate di significati emotivi, disancorate da precise categorie fattuali, e dunque usate politicamente per stigmatizzare una “antitesi” che nella realtà non esiste: pacifisti opposti a bellicisti. Un pacifismo autoreferenziale, esibito a mo’ di superiorità etica, che chiama “missioni di pace” e “interventi umanitari” i conflitti armati, purché benedetti dalle Nazioni Unite. Di fatto, nella post-Modernità – o meglio in seno alla globalizzazione – guerra e pace formano una diade che ha assunto la forma del polemos ibrido globale, indistinguibile – appunto – dalla pace poiché esso la ha assorbita in sé, così come i “buchi neri” catturano la luce. Questo inedito polemos è essenzialmente inodore, incolore e insapore. Non conosce più alleanze militari degne di questo nome, né contempla rapporti di forza stabili. I suoi campi di battaglia sono soprattutto le Piazze Affari, i mercati, gli spazi globali in cui operano le multinazionali, i network, e dispone di nuove armi non convenzionali forgiate dalla Tecnica, viepiù onnipotente nonché autopoietica. E quando questo polemos pervasivo e permanente, questa “guerra gassosa” – non baumanianamente “liquida” come l’attuale società, che la coglie solo quando si vede precipitare in essa – satura un certo luogo, c’è chi ne determina l’esplosione, sempre funzionale al perseguimento di insondabili e indecifrabili interessi globali.
Corrado Fatuzzo ex funzionario della Polizia di Stato, è autore di numerosi lavori scientifici e di un manuale sulla sicurezza urbana. Security advisor di varie società nonché consulente di alcuni enti di formazione, ha firmato con Giacomo C. D’Arrigo Scilla e Cariddi. Globalizzazione e terrorismo mistico (2016) e ha scritto Che guerra fa. L’Isis e i conflitti armati del XXI secolo tra sociologia e diritto (2017). Per i nostri tipi ha pubblicato Compendio di balistica (2017), Esercizi di arte dell’implicito (2017) e ha curato il volume La certificazione dei requisiti psico-fisici in materia di porto d’armi (2018).
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