Dopo la morte Ruggero II di Altavilla il Regno di Sicilia inizia a perdere, gradualmente, la sua forte identità politica, parallelamente alla progressiva decadenza della casata normanna, venendo inglobato nell’Impero della casata degli Svevi che accedono alla Corona di Sicilia per affermato diritto ereditario. Con Enrico VI prima e con Federico II successivamente, gli Svevi riescono comunque a evitare che il Regno di Sicilia diventi un mero feudo della Santa Sede Romana, che ne afferma il possesso e la natura costituzionale di proprio feudo. Dopo la morte di Federico II e dei suoi figli si assiste all’affermazione del diritto ereditario sulla Sicilia da parte della Real Casa d’Aragona. Il Vespro Siciliano e il successivo intervento aragonese pongono fine al dominio angioino in Sicilia, che il Papato aveva assegnato a Carlo d’Angiò; anche se di lì a poco la Sicilia viene segretamente ceduta dagli Aragonesi al Papato nel 1295. La reazione dei Siciliani, allorché vengono a conoscenza del patto segreto tra gli Aragonesi e il Papato, provocherà quella reazione che, politicamente, sarà ancora più potente del Vespro e darà vita alla Communitas Siciliae e alla instaurazione di un Regno di Sicilia solo grazie alla volontà politica dei Siciliani che, nel 1296, eleggeranno a Catania quale loro Re Federico d’Aragona, il quale volle chiamarsi Federico III per attestare una continuità politica con Federico II. Federico III può essere considerato, senza riserve, un Re Siciliano la cui dinastia, disgraziatamente, si esaurirà con Federico IV detto il Semplice. Il rapimento dell’erede di Federico IV, la figlia Maria, da parte degli Aragonesi e il matrimonio imposto alla stessa con il figlio del duca di Montblanc, Martino, di quindici anni più giovane di lei, costituiranno la premessa per il ritorno degli Aragonesi in Sicilia.
Santi Maria Randazzo nasce a Catania nel 1952 e risiede da sempre a Motta Santa Anastasia. Nel 1975 consegue la laurea in Pedagogia presso l’Istituto Universitario di Magistero di Catania, dove svolge per tre anni attività di assistente volontario presso la cattedra di Teoria e Storia della Didattica. Dal 1978 lavora per i Servizi Sociali del Comune di Catania, ricoprendo il ruolo di Assistente Sociale e successivamente quello di Funzionario-Coordinatore di Centro Sociale. Ha ricoperto ruoli dirigenziali in ambito associativo, sindacale e politico ed è stato corrispondente per il quotidiano “La Sicilia”. Dall’agosto 2013 è in pensione. Attualmente collabora con diverse riviste. Ha pubblicato Motta Santa Anastasia nell’antichità: uno degli ultimi misteri della storia siciliana (2012) e Storia di Motta Santa Anastasia – dalle antiche origini fino alla prima metà del XV secolo (2013).
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