Per lungo tempo si è voluto credere che il giovane Gentile fosse indifferente al problema politico, incontrato tardi e affrontato senza gli strumenti concettuali adatti. Invece, seguendo la lezione del maestro, Donata Jaja, Gentile rintraccia nel corso degli eventi la struttura ideale ad esso sottesa. E rilegge Rosmini e Gioberti, suoi punti di riferimento fino alla morte, in chiave antisensista, come trasvaluta i concetti chiave del marxismo, riconducendolo nell’alveo dell’hegelismo. Sullo sfondo, però, la battaglia contro il positivismo, l’antropologia e la politica che ne derivano.
Antonio Giovanni Pesce (1978) è docente di Filosofia e Storia. Ha studiato Vico, Pascal, Croce e soprattutto l’attualismo gentiliano, al quale ha dedicato, tra gli altri, L’interiorità intersoggettiva dell’attualismo. Il personalismo di Giovanni Gentile (2012) e The integral philosophical experience of actualism (2014). I suoi ambiti di ricerca sono anche la metafisica classica, il personalismo e il pensiero liberale. Per i nostri tipi ha pubblicato Del pensare esistenziale. La vita come rischio e bellezza (2016).
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