«La storia dell’Italia, attraverso la lettura delle pratiche di espropriazioni, acquisisce connotati totalmente nuovi, che spostano il peso delle “colpe” dal versante politico a quello prettamente umano, con tutte le conseguenze dei casi: essere, il cittadino ultimo, parte viva e determinante di ricchezze e disagi della nostra terra».
«Uno spaccato, quello rappresentato in queste pratiche, che rivela, così, l’enorme sforzo dell’Italia di farsi “Stato realmente moderno”, dove la struttura sociale, politica ed economica avrebbe voluto realizzare l’utopia della fluidità amministrativa, per ritrovarsi, in realtà, imbrigliata all’interno di una rete di conflitti di interessi (privati e pubblici) che mettevano a dura prova le capacità politiche del Governo».
Salvatore Spina, storico, è autore, tra l’altro, di L’industria del fustame a Riposto (Algra), Riposto. Territorio, infrastrutture, identità urbana (Algra), Riposto Vecchio e Riposto Nuovo (Bonanno), e si occupa dei processi economici e politici che furono struttura portante della storia della Sicilia.
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