Da sempre, gli imponenti fenomeni migratori hanno modificato gli assetti geopolitici ed economici mondiali, fors’anche più della guerra stessa. A sua volta, la guerra può mettere in marcia delle popolazioni, ma in questo caso si tratta di forcibly displaced persons, cioè di phygai ossia profughi legittimi aventi diritto di asilo – l’antica iketeia – ai sensi della Convenzione di Ginevra, non certo di migranti economici. Questi ultimi, dalla loro hanno solo la mera pretesa di immigrare nella vecchia Europa, dove ritengono sia facile conquistare il benessere. Una pretesa che però è stata trasformata in “diritto” dall’ideologia progressista-globalista che attribuisce a qualsiasi diversità, e dunque soprattutto all’alterità personificata dallo xenos, dei precisi “diritti senza doveri”. L’attribuzione del diritto a immigrare è – però – in netto contrasto con la sostenibilità della migrazione economica alla luce della dilagante disoccupazione abbattutasi sui nativi e della lisi del welfare europeo. E adesso sono – finalmente – venuti alla luce gli interessi perversi legati alle migrazioni non conformi al diritto internazionale: quelli delle mafie africane, degli scafisti libici e di talune ong. Così, lo straniero che paga queste potenti organizzazioni criminali al fine di infrangere le frontiere geografiche – e conseguentemente le barriere culturali del Vecchio Continente – si fa barbaros e, come tutti i barbari, viene temuto e osteggiato. La Grande Migrazione che dal 2015 ha investito l’Europa, quand’anche dovesse arrestarsi, ha già determinato una serie di effetti collaterali viepiù gravi a carico del tessuto socio-economico dei Paesi europei, i cui popoli rischiano di non essere più tali, ma di risolversi in mere sommatorie di destini individuali esonerati dalla Storia e dal Sacro. Per i populisti, tali effetti non potranno che essere fortemente negativi, per le élite globaliste affatto auspicabili e positivi.
Corrado Fatuzzo osserva, riflette, studia, scrive (è autore di vari saggi, tra i quali Che guerra fa. L’Isis e i conflitti armati del XXI secolo tra sociologia e diritto). Per i nostri tipi ha pubblicato Compendio di balistica, Esercizi di arte dell’implicito, Guerra & Pace e ha curato il volume La certificazione dei requisiti psico-fisici in materia di porto d’armi.
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